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Sesso, droga e armi la faccia "Cattiva" del web
Esiste un'altra Internet. Parallela e anonima. Dove si trova Silk Road, "il sito che non esiste" a cui accedere con procedure clandestine. E dove con i "bitcoin", valuta virtuale, si può comprare qualsiasi cosa. Dall'ecstasy alle armi. Perché niente è proibito, nel "dark web", nato per essere libero e pirata, ma cresciuto dentro i confini del crimine...
HO visto un sito che voi umani non potete neanche immaginare. Ho visto Silk Road. Non è la nuova Via della Seta. È il più grande mercato nero del mondo. Il posto dove comprare ogni tipo di droga. E documenti falsi. E pornografia. In assoluta sicurezza. Anonimato totale. Nessuno sa chi fa cosa. Nessuno sa cosa fai. Eppure quel sito non esiste.
Se digitate il suo indirizzo nella barra del vostro browser - una serie infinita di lettere e numeri senza alcun senso apparente - oppure chiedete notizie a Google o a un altro motore di ricerca, la risposta sarà sempre la stessa: quel sito non esiste. Sbagliato. Sarebbe più giusto dire: ci dispiace, non sappiamo dov'è, perché è in quella sconfinata zona oscura della rete dove arrivano solo i più esperti. I temerari. Gli amanti della libertà a costo della vita. E i contrabbandieri di ogni tipo.
"Il lato oscuro di Internet è non averlo", disse una volta Nicholas Negroponte, il guru della cultura digitale. Aveva ragione. Ma solo perché non aveva ancora visto the dark web. Sotto la superficie di miliardi di siti che possiamo navigare, ce ne sono molti di più dove nessuno sa cosa accade.
Per le polizie di tutto il mondo sono impenetrabili: anche ammesso che uno riesca ad entrarvi la sensazione è di partecipare ad un ballo in maschera di fantasmi. Chi arrestare e come? Non si tratta di un fenomeno piccolo, anzi. Già dieci anni fa si diceva che il dark web fosse 500 volte più grande del world wide web che conosciamo. Da allora nessuno si è più azzardato a fare calcoli di una realtà ancora impossibile da decifrare.
Apple: 600mila Mac OS X attaccati da Flashback! Ecco come rimuoverlo...
Come rimuovere il malware Flashback dai PC Apple OS X? Ecco come attacca, funziona e si può debellare questa minaccia.
Il malware Flashback, che ha trasformato 600mila Mac in una botnet di computer zombie, sta preoccupando tutti i possessori di computer della Mela. Il problema è scaturito da una vulnerabilità di Java e in queste ore Apple ha distribuito non uno ma ben due update che - se non l'avete ancora fatto - dovete assolutamente scaricare e installare tramite l'aggiornamento di sistema.
Chi ha già contratto il malware però potrebbe volerne non solo sapere di più, ma anche capire come debellarlo. Flashback inietta del codice nei browser che cattura e invia screenshot e altre informazioni personali a server remoti. Per "contrare" questa minaccia vi basta andare senza volerlo su una pagina infetta con una vecchia versione vulnerabile di Java. Il malware penetra nel vostro PC e scrive un applet chiamato .jupdate nell'account utente - il punto davanti al nome non lo fa apparire nella visualizzazione predefinita del Finder.
Rischio dipendenza Internet: facciamo il Test
La maggioranza degli utenti tablet è a rischio dipendenza da Internet. La conferma giunge da un recente studio effettuato dall'ESC Team di Milano, un gruppo multidisciplinare ultraspecialistico di diagnosi e cura del cosiddetto Internet Addiction Disorder. In pratica a un campione di 1060 persone, intercettate in 10 negozi di elettronica di Milano e provincia i primi 2 giorni dall'uscita sul mercato del Nuovo iPad, è stato somministrato il questionario internazionale C.A.G.E per l'alcolismo (J.A.Ewing, 1984) - ovviamente modificato per la specifica ricerca. "Si è indagata inoltre l'area principale di utilizzo di Internet (studio, lavoro, tempo libero) e il tempo medio giornaliero di connessione alla rete", hanno sottolineato gli specialisti.
Ebbene, il 53% degli intervistati pare essere potenzialmente a rischio, con un tempo di connessione maggiore o uguale a 5 ore al giorno. La categoria a maggiore rischio é "il sottogruppo di utilizzo per motivi di tempo libero nel quale il 40% sta connesso per 5 o più ore al giorno". Inoltre, in questo ultimo gruppo il 72% ha dato risposte negative al test C.A.G.E. mostrando di non essere in alcun modo preoccupato e di non giudicare negativamente il proprio comportamento.